Martedì, 05 Aprile 2016

Palermo. Storie dalla città interrotta

 

Luisa Maria Leto, Palermo. Storie dalla città interrotta
Navarra editore, Officine, pagg 264 con tavole fuori testo
Palermo 2015, € 16,00

Per i palermitani è quasi scontata l'allusione del titolo, dove andrà a parare quell'imputazione "interrotta" ad una città già tacciata di smemorataggine per le troppe soluzioni di continuità con i suoi ammirevoli trascorsi, sarà presto detto, basta leggere il libro fino in fondo. E difatti.
Dopo poche pagine di "narrazione", stupisce vedersi squadernate vicende vissute dai più poiché evocate da una giovane donna che ha sentito il bisogno, appena ventunenne, di scavare per circa quattro anni nei serbatoi di memoria dei padri, alla ricerca di presumibili coordinate dei suoi tempi incerti.  
E alla fine si chiede, il lettore frastornato dalla doviziosa, puntigliosa, scrupolosa ricostruzione di avvenimenti e personalità che hanno marcato la comunità delle arti e delle scienze nei primi quarant'anni dalla fine della guerra, cosa ancora manchi alla nostra conoscenza per   sbrogliare il groviglio di supposizioni sulla brusca interruzione, non tanto della favoleggiata Palermo felicissima, quanto della città post bellica in fermento di attività risonanti dentro e fuori i confini nazionali.
Ci racconterà a voce, la giovane studiosa, della curiosità che l'ha presa di scoprire come eravamo quando la città, uscita malconcia dalla guerra, ha reagito costruendo e ricostruendo opportunità di crescita materiale e culturale. E chi ne furono i protagonisti.
Non emerge però dalle storie la topografia urbana, ma piuttosto dai nomi delle persone menzionate che disegnano una sorta di itinerario iniziatico lungo luoghi e cronologia degli accadimenti. Quindi si snodano dal centro antico ferito a morte nel 1943, e rimesso in sesto dal Sovrintendente Mario Guiotto, gli irridenti sberleffi di Peppe Schiera che rivivono nelle storie di Salvo Licata,  la memoria dolente di Tomasi di Lampedusa innanzi allo spettro della dimora natia, la simulazione di Luchino Visconti di una mappa credibile per le ambientazioni del suo Gattopardo, la "questione sociale" incarnata dal Cortile Cascino e le lotte civili di Danilo Dolci dalla  risonanza mondiale. Sfilano ancora pittori, fotografi, cineasti, drammaturghi, attori, intellettuali in uno scenario che infine assumerà la fisionomia del centro storico, oggetto privilegiato di attenzioni e desideri.
In seconda battuta si rivela la città oltre le mura, prima dalla stampa che assume le sembianze de L'Ora di Vittorio Nisticò e in seguito dalla straordinaria invenzione delle Settimane Internazionali di Nuova Musica che, insieme alla rivista "parlata" Collage di Antonino Titone, Paolo Emilio Carapezza e Gaetano Testa, traccia l'itinerario delle librerie e dei librai ed editori illuminati alla Fausto S. Flaccovio, poi è la volta delle sperimentazioni teatrali di Michele Perriera  e di Beno Mazzone con Lia Chiappara, senza trascurare la passione per il jazz di Ignazio Garsia che con quattro amici in uno scantinato dà vita al Brass  Group, e ancora si affacciano alla ribalta artisti musicisti scrittori poeti  matematici scienziati giornalisti intellettuali, come tessere di un mosaico da cui traspare l'intensa vita culturale dei 40 anni esplorati.
Dalle storie emerge dunque una città percorsa da avvenimenti e personaggi che tessono trame culturali, a favore di una società curiosa e affamata di conoscenza. Poi chissà come e perché, poiché i buchi neri delle speculazioni politico-mafiose restano deliberatamente ai margini della rappresentazione, quel percorso virtuoso si interrompe, o cambia indirizzo. Ma non dispera, Luisa Leto, che i suoi coetanei possano riaccendere il «rogo di bellezza» destinato a vivificare e saldare i lembi della città interrotta.
In questo Palermo. Storie di una città interrotta, di Luisa Maria Leto, ed. Navarra, scorrono come fotogrammi di una pellicola in bianco nero, avvenimenti e personalità che hanno dato vita, in un arco temporale che dalla seconda guerra mondiale si conclude ai fine ottanta, ad una ininterrotta, alta e densa quindi non raffrontabile con gli odierni tempi magri, stagione artistico-culturale palermitana.
La appena venticinquenne autrice ha scavato per oltre quattro anni in tutti gli archivi possibili detentori di memorie del recente passato, ha intervistato depositari viventi - alcuni dei quali, con nostro rammarico, non sono sopravvissuti - di vicende che la memoria collettiva ha accantonato quando non cancellato, facendo riemergere dalla nebbia dei nostri ricordi, di quanti abbiamo vissuto o almeno conosciuto di traverso quanto narrato, iniziative artistiche e culturali che diedero alla città di Palermo, e alla società più attiva che la rappresentò, una posizione di rilievo tra la città europee che stavano scrivendo la storia delle innovazioni nelle arti e nelle scienze - ma tra musica, letteratura, pittura, poesia, architettura, si insinuavano anche i tentativi di riscatto sociale -, del ventesimo secolo.
Dal dimenticato Sovrintendente che ricostruisce cupole sfondate dalle bombe, agli intrepidi che per far conoscere la Nuova Musica, tra cui il Rock e il Jazz, non esitano a giocarsi carriere e proprietà - affettuosi i camei dedicati fra gli altri a Nino Titone a Silvana Paladino  - scorrono tra le pagine.

Rosanna Pirajno

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